A pochi chilometri da Ivrea, si trova la cittadella industriale della Olivetti, un progetto all'avanguardia nato con l’intenzione di creare spazi dedicati al lavoro vicini agli alloggi e ai servizi per i lavoratori. Nonostante sia stata fondata nel 1908 da Camillo Olivetti, la costruzione vera e propria della cittadella ha avuto inizio negli anni '30 sotto la direzione del figlio Adriano, che, circondandosi di alcuni tra i più promettenti architetti dell’epoca, è riuscito a renderla un esempio per le città industriali di tutta Italia. Nel 1968, durante la seconda fase di sviluppo della città, gli architetti torinesi Roberto Gabetti e Aimaro Isola ricevono l’incarico di progettare una torre residenziale per neolaureati e ricercatori. Gabetti e Isola, classe ’49 e ’52, si conoscono durante gli studi al Politecnico di Torino. Dopo la laurea, lavorano come ricercatori ed assistenti per l’architetto Carlo Mollino prima di fondare il loro studio, Gabetti&Isola, nel 1950. Quando ricevono l’incarico dalla Olivetti collaborano da ormai vent’anni - tempo durante il quale, insieme, hanno progettato importanti istituzioni per la città sabauda come il Palazzo della Borsa Valori di Torino nel 1956 e la Bottega di Erasmo nel 1959.

talponia, ivreapinterest
Filippo Romano
Talponia, Ivrea
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Filippo Romano
Talponia, Ivrea

Negli anni, la loro ricerca si concentra sempre di più sul rapporto tra l’essere umano e l’ambiente naturale circostante, e nei primi del Sessanta iniziano a ipotizzare come l’architettura possa assumere il ruolo di mediatore tra di essi in progetti residenziali lontani dal centro città. Questo rinnovato interesse si riflette chiaramente nella loro prima proposta per la Olivetti. Di fronte alla richiesta di progettare una torre residenziale, Gabetti e Isola rispondono disegnando un edificio che si integra nella topografia e che - come lo definisce Aimaro in un’intervista - assomiglia ad un “grattacielo disteso nel prato”. Comunemente noto come Talponia, l’edificio ha una forma semicircolare ed è scavato nel terreno alle pendici del bosco di villa Casana e, proprio come la tana di una animale, appare quasi invisibile dall’esterno. Solo due elementi suggeriscono la sua presenza: un curtain wall che si estende per tutta la sua lunghezza e i lucernari posti sulla copertura. Le unità abitative sono accessibili attraverso un lungo tunnel carrabile che percorre l’intera semicirconferenza dell’edifico e presentano un affaccio diretto sulla collina. Al loro interno , al posto di partizioni interne, vengono posizionate partizioni leggere i PVC che favoriscono l’illuminazione e il circolo dell’aria. A completare lo spazio abitativo, Gabetti e Isola progettano una linea di mobili modulari che possono essere modificati dagli abitanti in base alle proprie esigenze. La linea di mobili è prodotta in collaborazione con la Olivetti ed è costituita da elementi semplici, come tavoli, panche e piccoli contenitori, che possono essere combinati per formare sia un salotto, una sala da pranzo, che una cucina.

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Filippo Romano
Talponia, Ivrea
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Filippo Romano
Talponia, Ivrea

In aggiunta a questa linea funzionale e razionale, Gabetti e Isola disegnano anche la linea di tappeti Tapizoo e la lampada Bul-bo, che grazie al loro design giocoso smorzano l’ambiente rendendolo più espressivo e amichevole. Posizionandosi a metà strada tra un progetto ingegneristico e un’opera d'arte minimalista, il progetto di Talponia rappresenta una svolta decisiva nella carriera di Roberto Gabetti e Aimaro Isola, che riescono a creare ambienti per la vita funzionali ma che allo stesso capaci di illudere chi vi vive di trovarsi lontano dal caos della città e immerso nella natura. La natura che integrano nel progetto è destinata alla contemplazione anziché all'interazione diretta, e rimanendo inaccessibile al pubblico e agli abitanti assume un espressività che trascende gli eventi e il passaggio del tempo.

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Filippo Romano
Talponia, Ivrea
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Filippo Romano
Talponia, Ivrea